ODISSEA A/R, ultima creazione della regista Emma Dante, giunge sul palco del Teatro Verdi di Pordenone dal 9 al 10 febbraio. Uno spettacolo corale che presenta un inconsueto, ma fedele, Ulisse.
Il Teatro Verdi di Pordenone, in coerenza con uno dei percorsi che ha caratterizzato la propria stagione 2016/2017, quello inerente il tema de “il viaggio”, propone al pubblico il ritorno della figura di Ulisse: una rappresentazione sì fedele ma anche inedita, brillante e divertente.
Così Emma Dante, una delle più acclamate registe italiane (non solo di teatro), presenta al “teatro del nord-est” il proprio nuovo spettacolo corale, nato dall’esperienza come direttrice della Scuola dei mestieri dello spettacolo del Teatro Biondo di Palermo, in cui rielabora le suggestioni del mito greco partendo dalla Telemachia, il viaggio di Telemaco alla ricerca del padre, passando per le vicende dei Proci e giungendo al ritorno di Odisseo in patria.
Originale la prospettiva da cui viene narrata la storia; punto fermo e costante rimane sempre “la casa”, il nido familiare: “Non mi interessava il viaggio – così racconta la regista - come avventura o esplorazione del mondo, piuttosto ho scelto di raccontarlo da una prospettiva familiare: la casa di Odisseo rimane ferma per tutto il tempo del racconto, ma vive e si anima perché chi la abita subisce il passare del tempo e le trasformazioni che ne derivano. Mi interessava lavorare sulla lunga attesa dell’incerto ritorno di Odisseo, un tempo durante il quale il palazzo si deteriora, Penelope si seppellisce dentro la trama luttuosa di una tela infinita e Telemaco compie il suo viaggio di crescita alla ricerca del padre. È stato proprio partendo dalla casa di Odisseo che ho potuto raccontare questa storia in maniera più quotidiana, familiare per l’appunto. Ho voluto rendere terreni gli dei, vestirli come comuni mortali, svestire un uomo dei suoi abiti da eroe e fargli indossare quelli di marito e padre. Quello che ha permesso, a me e ai miei ventitré allievi, di far materializzare i personaggi che popolano la casa di Odisseo è stata una lettura approfondita del testo. Attraverso il nostro laboratorio permanente abbiamo potuto renderlo materia viva, creare un movimento di ventitré corpi che ballano, cantano e suonano all’unisono”.